Il marmo è stato usato costantemente nell’architettura italiana per oltre 2000 anni, essendo il materiale principe delle costruzioni.
Il termine “marmo” deriva dal greco marmaros, con il significato di “pietra splendente”. In effetti, il basso indice di rifrazione della calcite, di cui è principalmente composto, permette alla luce di “penetrare” nella superficie della pietra prima di essere riflessa, e conferisce a questo materiale (e soprattutto ai marmi bianchi) una speciale luminosità.
Esistono svariate tipologie di marmi, di venatura e colorazioni diverse, che si differenziano per la loro composizione minerale. Negli appartamenti il marmo viene utilizzato in modo particolare per rivestimenti di esterni ed interni. Può essere applicato per creare intarsi particolari, decorazioni preziose o giochi geometrici di grande impatto scenografico in modo particolare nei bagni, nelle scale o nei pavimenti in generale. Anche in cucina la superficie levigata lucidata del marmo esalta le linee e crea piani di lavoro sicuri, gradevoli alla vista, semplici da pulire e da mantenere.
L’uso del granito in architettura e negli appartamenti si è sviluppato solo negli ultimi anni anche se il suo utilizzo è sempre più L’uso del granito in architettura e negli appartamenti si è sviluppato solo negli ultimi anni anche se il suo utilizzo è sempre più frequente. La tecnologia legata alla capacità di lavorazione artigianale della pietra, ha promosso il suo sviluppo a tal punto che, difficilmente viene realizzato un progetto senza che venga fatto uso del granito, materiale non poroso e a grana compatta. Per questo viene considerato igenico, non trattiene lo sporco e non provoca la formazione di muffe. Questo materiale viene impiegato per cucine e stanze da bagno, locali in cui è richiesta una igiene totale e la possibilità di essere lavato frequentemente.
Perfette per i progetti in cui si intende creare ambienti rustici molto raffinati le pietre naturali possono essere utilizzate per realizzare pavimenti, rivestire muri, cucine, ecc. Molto spesso l’uso della pietra naturale serve per “antichizzare” un ambiente, creare angoli particolarmente suggestivi che ricordano epoche passate. Le pietre naturali consentono la realizzazione di bellissimi rivestimenti, muri e muretti in pietra per interni ed esterni, nonché la costruzione e il recupero anche storico di murature in pietra naturale con alto pregio estetico. Quasi sempre un lavoro in pietra naturale diventa un “opera unica”, una miscela di passione, gesti, incisioni, sfumature di colori, dove tradizione e design contemporaneo si incontrano. La pietra, così come il marmo e il granito, lavorata da sapienti mani artigiane diventa un punto di equilibrio tra il suo antico fascino secolare e le nuove esigenze stilistiche e architettoniche quotidiane.
Con il nome di onice si indicano due tipi di rocce completamente differenti: l’onice silicea normalmente di colore nero striata di bianco, simile al calcedonio ma non al quarzo che è cristallino, si trova in Brasile, Messico, ecc…e l’onice calcarea, detta anche onice alabastrite, onice etoca o onice egiziana che è è di colore bruno quella di Montaione o verde chiaro quella del Pakistan.
L’onice Silicea mineralogicamente è una varietà di calcedonio, ossia quarzo in masse compatte microcristalline, di colore opaco o semi-opaco, uniforme, che copre le tonalità rosso-bruno e l’intera gamma di grigi fino al nero, Come tutte le varietà di quarzo è molto duro.
Si forma principalmente in ambiente filoniano-idrotermale di bassa temperatura e metamorfico, oppure, secondariamente, in rocce sedimentarie dove si presenta in forma massiva e stratificata prendendo il nome di selce, un materiale molto utilizzato dall’uomo nella preistoria e nell’antichità per la preparazione di oggetti affilati e monili.
L’onice calcareo è il marmor alabastrum dei Latini ove alabastrum deriva, come dice Plinio, da una fortezza detta “Alabastra”, costruita a Tebe in Egitto e dove vi erano numerosissime cave usate per l’edificazione dei templi.
Ma prima di chiamarsi alabastro, la pietra era detta onice, da cui il nome marmo-onice, come documentato anche nella Genesi in cui si parla di pietra onichina.
L’onice, dal greco onyks, fu così detto per il suo aspetto somigliante all’unghia, alle sue macchie e alla sua lunetta.
Sostanzialmente le parole alabastro ed onice erano usate promiscuamente come confusa era anche la classificazione dei marmi basata sul colore predominante e solo in tempi recenti è avvenuta la classificazione in base alla composizione chimica.
Per la presenza di concrezioni di frammenti di roccia, assume un aspetto particolare con una struttura variabile fibroso-compatta, fibroso-raggiata, fibroso-parallela e zonato-concentrica.
Ha la caratteristica di essere traslucido e con zonature variegate, da millimetriche a centimetriche, più sovente nella tonalità del marrone che donano a questo marmo un aspetto variopinto e diafano.